La guerra in Ucraina spaventa e fa aumentare le spinte inflazionistiche. Questi fattori si inseriscono in un mercato che stava continuando a sperimentare le stesse tendenze con cui aveva chiuso il 2021.
In Italia, il mercato immobiliare ha iniziato il 2022 in chiaroscuro, con il conflitto in Ucraina che sta inevitabilmente impattando la fiducia dei consumatori e le previsioni di spesa.
Effetti secondari come un ulteriore innalzamento dell’inflazione, e il conseguente e probabile innalzamento dei tassi sui mutui, potrebbero inoltre rallentare il mercato e rendere gli acquirenti più cauti. Nonostante l’incertezza geopolitica, il mercato stava registrando anche nei primi mesi dell’anno delle tendenze emerse nel 2021, collegabili sia ai nuovi stili di vita emersi con la pandemia che a interventi legislativi approvati per dare slancio al settore nella fase di ripresa.
Le crescenti incertezze
Dopo 4 mesi di crescita continuativa l’Osservatorio Findomestic di marzo ha registrato una flessione media del 3,3% delle intenzioni d’acquisto a tre mesi degli italiani. Quasi tutti gli intervistati (93%) sono preoccupati per le ripercussioni della guerra in Ucraina, ma è l’aumento dei prezzi il freno principale alla propensione d’acquisto: 9 su 10 percepiscono oggi prezzi in crescita e per il 62% sono “molto in crescita”. Nell’ultimo mese resta in positivo l’intenzione di ristrutturare casa (+1,7%) e acquistare una nuova caldaia o stufa (+1,2%), ma in generale il comparto “casa” vive un momento di rallentamento della propensione al consumo. L’Osservatorio Findomestic di marzo ha rilevato una flessione del 4,8% dell’intenzione di acquistare casa e del 7% di arredarla.
La tempistica degli affitti
Continua intanto il fenomeno delle locazioni express. Il 25% degli immobili disponibili su idealista nel corso del mese di febbraio è stato affittato in meno di una settimana, secondo quanto reso noto dall’Ufficio Studi del portale. Un altro 28% ha impiegato tra una settimana e un mese per trovare un inquilino; il 21% tra uno e tre mesi; l’8% è stato affittato in un lasso di tempo compreso tra 3 mesi e un anno ed infine il restante 18% in un anno. Nel caso dei capoluoghi i casi di “affitto express” sono più frequenti. La percentuale più elevata di locazioni in meno di una settimana spetta a Parma (48%). Seguono Bologna (46%), Padova (42%), Reggio Emilia (41%), Verona (40%). Tra i grandi mercati, Roma raggiunge una percentuale di “affitti express” pari al 35% delle operazioni conclusesi nel mese di febbraio, mentre Milano e Napoli si fermano rispettivamente al 24% e 18%.
Il desiderio di una seconda casa
Per il 70% della clientela italiana di Engel & Volkers, gruppo internazionale attivo nell’intermediazione di immobili di pregio, l’acquisto di una seconda casa post covid è una priorità assoluta, a conferma del fatto che la pandemia ha rafforzato la tendenza ad una maggiore attenzione nei confronti di una vita più confortevole. L’Italia si pone al secondo posto in Europa, dopo la Spagna, dove il 73% dei clienti riconosce che la spesa per la seconda abitazione sia fondamentale.
Il 61% dei clienti italiani preferisce vivere in aree urbane nel lungo periodo e lo stesso vale per ben oltre la maggioranza degli spagnoli (59%). I servizi di quartiere giocano un ruolo importante nella scelta di una casa. In particolare, i clienti italiani seguono la tendenza a cercare spazi ricreativi verdi. Soprattutto nelle aree urbane, la privacy svolge un ruolo importante, insieme a un buon accesso ai trasporti pubblici. I sistemi di car e bike sharing e le stazioni di ricarica per auto elettriche sono ritenuti meno importanti, sottolineando ulteriormente l’importanza del trasporto pubblico. In Italia il modello della casa plurifamiliare è ancora preferito dalla stragrande maggioranza della popolazione (65%).
Il ruolo della ristrutturazione
In base alle indagini in questi anni i prezzi delle case nuove hanno subito un ribasso, ma inferiore a quanto accaduto sulle tipologie usate. Tuttavia, le abitazioni usate stanno vedendo una riscoperta grazie agli incentivi per le ristrutturazioni che hanno avuto un ulteriore impulso dal superbonus 110% che sta funzionando soprattutto sulle soluzioni indipendenti e che sta portando al rifacimento di tanti condomìni.
Il patrimonio italiano è vetusto e di conseguenza la maggioranza delle abitazioni compravendute sono usate. Il 73,6% delle soluzioni usate sono acquistate come abitazione principale e la restante parte come forma di investimento, inclusa la casa vacanza, grazie al prezzo più contenuto. La necessità, quasi sempre, di realizzare investimenti di riqualificazione determina un ribasso maggiore dei prezzi in fase di trattativa pari all’8,5%.
Fonte: QuiFinanza.